Caro Blog, ti racconto perché esisti …

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immagine presa dal web

 

Ti ho abbandonato.

Non pensavo di tornare a parlare a questo schermo bianco.

Eppure eccomi qui, il viso che rimbalza su questa luce chiara, le lettere che si incatenano l’una all’altra, le dita che spingono parole, parole che sputano emozioni.

Qualche tempo fa ho chiuso con te: il mio diario ingombrante, il mio tempo sottratto, negato. Tu, sfortunata vittima dell’ultima crisi esistenziale, delle mie ultime vulnerabilità.

Oggi sono tornata.

Volevo eliminarti, cancellarti, che finché esisti, non so perché, non riesco a dimenticarti.

Volevo guardare le tue pagine bianche, volevo mirarti vuoto e triste,  volevo che la tua desolazione , caro diario, mi convincesse della tua inutilità.

Invece non ti trovo solo: in alto, a destra, si illumina la piccola sfera arancione delle notifiche. Penso per un attimo di fregarmene, sposto lo sguardo, un secondo, alla ricerca delle “impostazioni”.

Ma è solo un attimo.

Quando clicco su quel puntino, dietro ci trovo Elena, un nome senza un volto che tiene strette nelle sue mani un “ti seguo”. Allora mi sono fermata a pensare al perché esisti, caro mio blog, a che cos’è che mi ha spinto a volerti.

Faccio una cosa che non facevo da tanto tempo: trovo il mio primo post, torno all’inizio e mi avventuro nella nostra storia. Quando leggo questa tua prima pagina sorrido: mi presento in maniera goffa, sento il freno che smorza le parole, riconosco il pudore violento che le ha cambiate. Non mi piace ciò che leggo, ma mi è caro, mi restituisce tutta la volontà che ci ho messo, tutto il mio bisogno di bucare, seppur con uno spillo, quel velo di solitudine che accompagnava i primi mesi del mio espatrio. Risulta evidente da quelle pagine che non sapessi affatto bene dove volevo andare, ed  ammetto, a malincuore che, forse, non lo so bene neanche ora.

Tra queste pagine piene di parole mie, ritrovo anche quelle degli altri, di quelle persone che ho incontrato. Capisco che devo anche a loro l’impegno che ci ho messo nell’andare avanti, nel migliorarmi. Ritrovo intatta l’emozione che mi ha provocato ogni singolo commento: alcuni sono stati vere e prorie carezze, è ancora calda la sensazione del loro conforto.

Andando avanti nella lettura, infatti, mi scopro più audace, rischio di più, oso parole meno misurate, trovo pensieri qua e là che sento ancora aderenti. Ho superato quella timidezza che mi stava scomoda, non ho piu paura. Ci trovo pure uno sforzo e un’attenzione notevole, quando in un salto di pagina, mi sorprende una scrittura più pulita e riaffiora, alla memoria, quel pomeriggio mesto di giugno, in cui mi sorpresero i consigli onesti di una persona speciale, una persona che si è affezionata alle mie parole e che, senza saperlo, chiedendo addiritura scusa, mi ha spinta a credere in me stessa e ad amare cio che stavo facendo.

Quando arrivo ai post piu recenti, e sfoglio gli ultimi, sono io, tutta intera, sono proprio io quella che scrive.

Capisco che mi manchi e che il mio tempo con te non è ancora terminato ed in fondo lo so ogni sera, quando lascio che il mio cuore scriva pagine invisibili, che si dissolvono al mattino.

Non ti lascio, ti tengo come si tengono quei taccuini lisi, ti tiro fuori e butto giù questi miei appunti di vita e ti svincolo da qualsiasi obbligo, abolisco qualsiasi regola, rido in faccia a quella presunzione di costanza che mi opprime, tenendomi stretta il piccolo sogno che custodisci dentro di te, mantenendo quella promessa che ci ha legati, assecondando, solo, la mia voglia di scrivere.

È doveroso che io ringrazi Elena, per essere stata la salvatrice inconsapevole di queste pagine e Maddalena Capra Lebout, che mi è stata vicina un pomeriggio afoso di giugno e in tanti altri momenti.

Coraggio, andiamo!

 

34 risposte a "Caro Blog, ti racconto perché esisti …"

  1. Non lo chiudere, ti ho scoperta da poco e attendo i tuoi post mensili o giù di lì che riempiono il cuore! Sei una donna meravigliosa Giovanna, con tutte le fragilità e imperfezioni che pensi di avere e con questo talento dello scrivere col cuore in mano. Vorrei tanto bermi un caffè con te, anzi peggio: sdivanate, in pigiama, una tisana e raccontarci fino a notte fonda. Forse anche sgranocchiare un panino sfornato insieme 😉

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    1. Ari, sai come ci sguazzerei a sdivanare con te?!!!!! e magari, se mai dovessimo riuscirci, buttiamoci dentro pure uno dei tuoi magnifici manicaretti, ti prego!!;) grazie, grazie, grazie!!!!!!!!!!!!
      :*

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  2. Sono felice della tua decisione Giovanna. E mi sono rivista in tanti passaggi che scrivi, momenti di stanchezza e titubanza, eppure prevale infine il legame con questo diario e soprattutto con la rete di persone belle conosciute! Si prosegue, che bello!!!

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  3. Eccomi, sembra la premiazione degli Oscar! Scherzo per sdrammatizzare. Giovanna, ti ho stanato appena in un messaggio privato, quando ho capito che non volevi sporgerti oltre. Sai che sei tra le mie blogger d’elezione (anche tra le prime che ho letto con continuità). Vai e torna, segui le tue maree, il blog è uno spazio aperto, deve accoglierti, non stringerti. Chiara, le tue parole sono lusinghiere e mentre ringrazio anche te arrossisco un po’… Vorrei essere saggia e forte quanto sembro, forse sono più brava a sostenere gli altri che me stessa. Sapere che lascio qualcosa di buono è mille volte meglio che un semplice brava per un post ben scritto. Un bacio!

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    1. Cara Maddalena, sai che incontrarti per me è stato un momento catartico! Ho scoperto le tue parole, il tuo modo di scrivere, la tua capacità di toccare le corde del mio animo e sai che non ho più smesso di leggerti. Ma hai fatto di più, sei stata tu a capire il senso che cercavo di dare a queste pagine, a spingermi dolcemente a trovarlo. Mi sono sentita sostenuta, hai arricchito la mia passione con il tuo interesse! È una gratitudine che non so e non voglio nasconderti! Per questo mi riempie il cuore dirti grazie ❤ a presto 😉

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      1. Non mi prendo alcun merito, ma diciamo che certi incontri, anche senza farlo apposta, muovono qualcosa 🙂 Però un dettaglio lo ricordo: quando ti ho suggerito di mettere meno puntini e curare l’ortografia perché la tua scrittura era talmente bella che era un peccato non renderla perfetta ❤ ps: bentornata!

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      2. Si, è proprio quello che è successo quel pomeriggio di giugno, Maddalena! Prenditelo tutto il merito, per quanto mi riguarda è tuo a pieno titolo! I tuoi consigli sulla grammatica quello spingermi a curare ciò che facevo hanno reso il tutto più coinvolgente anche per me! Ed anche sapere che ci sei tu a leggermi col cuore è uno stimolo grandissimo per me! Ciao Maddalena ❤

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  4. Leggo sempre, commento poco… forse perché le tue parole, le tue emozioni, le tue paure le conosco… sono figlia di una Mamma emigrata per regalarci un futuro ❤️❤️ Continua a scrivere è meraviglioso leggerti 😘😘

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  5. Chissà se sono io quella Elena che può arrogarsi questo grande merito…
    Io certo rispondo a questo nome e pochi giorni fa so di aver iniziato a seguire il tuo blog.
    Quando vedo la parola ‘mamma’ nel titolo di un blog mi metto sempre un po’ sulla difensiva, perché ho paura di ritrovarmi sotto una pioggia di consigli che poi non so ascoltare; ma sono sempre attirata dalle esperienze all’estero, ci vuole un gran carattere ad emigrare.

    Ed ecco, il primo post completo che vado a scoprire: mi travolge dalle prime righe, per le ‘lettere che si incatenano l’una all’altra’.
    Procedo nella lettura e trovo un ringraziamento ad una mia omonima per averti ridato la voglia di scrivere.
    Ma, fermi: sono o non sono io?
    Arrivo infondo e poi rileggo tutto!

    E nelle tue righe vorrei sì essere io, ma non mi importa di essere quella artefice del ripensamento a chiudere il blog: vorrei essere io quella che si spoglia delle inibizioni, e che osa le parole fino a mettere in luce la vera se stessa.

    Arrivo infondo e ancora il dubbio: sono o non sono io quella Elena, quel pallino arancione senza un volto?

    No, non posso essere io! Io ho un nome, un cognome e anche un avatar col mio viso, in quello che scrivo non mi sono mai nascosta, proprio perché voglio che si sappia che sono io a dirlo, bello o brutto che sembri.

    Ma il tarlo del dubbio è una brutta bestia: sono o non sono io quella Elena che ricorre alla fine delle tue righe?
    Leggo i commenti al tuo post, nomi per me ‘illustri’ hanno lasciato le loro considerazioni. Profili che penso che sappiano chi sono, invece mi ignorano, nessuno avanza l’ipotesi del mio nome, qualcuna addirittura afferma che proprio non ha idea.
    Non sono io!

    Ma poi, che importa? Bentornata Giovanna, attendo di leggere il resto dei tuoi racconti!

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    1. Elena cara, si sei proprio tu che ringrazio! Non era mia intenzione privarti di quella brillante personalità che porta il tuo nome, ne dare ombra a quello che ho scoperto essere un volto bello ed empatico. Quando ho aperto la sezione notifiche, ci ho visto solo quel nome, quel nome che veniva a portarmi qualcosa di prezioso in un momento in cui non ero più disposta a dare nulla! Sei stata lo stimolo a non mollare, come lo sono tutte le persone che ho ritrovato qui sotto le mie parole! Grazie Elena Rigon, grazie ancora❤

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  6. capisco moltissimo di quel che hai scritto, della parabola del pudore e della paura, del senso di inutilità dello scrivere di sé a scena aperta, del piacere senza obblighi di continuare a farlo, della soddisfazione delle letture altrui, della fortuna di imbattersi negli altri; penso, come te, che sia uno spazio di allenamento nella scrittura che, finché non cessa questa funzione, è bene tenere aperto, almeno un po’

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    1. Grazie Chiara, non so cosa sia successo, ma ad un certo punto mi sono resa conto che dentro di me avevo stravolto il senso di questo mio scrivere, questa pausa mi ha permesso di ritrovarlo. Sinceramente anche questa vostra calorosa partecipazione mi ha restituito molto! Ve ne sono grata😊

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  7. Cara Giovanna, sono felice che tu abbia rinunciato alla decisione di chiudere questo tuo blog che seguo da tanto tempo. Sei stata e sei ancora una lettura emozionante; con le tue riflessioni, che con il tempo sono divenute sempre più intime, ho imparato a conoscerti, anche se solo dietro uno schermo. Mi hai dato spunti di riflessioni e coraggio proprio quando mi servivano e a te ha permesso di non dimenticare tutto il tuo percorso. Non stressarti se non riesci a scrivere assiduamente o a scadenza. Fallo e continua a farlo solo quando ne avrai voglia e tempo, per restare come sei: vera.

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    1. La cosa buffa sai qual è? Quando ti leggo ritrovo tutte le emozioni dei mesi che hanno preceduto la mia partenza: quel senso di immobilità, la lentezza delle cose, che frenano quel tuo protendersi tesa verso il progetto! Non smetterò di scrivere anche per questo, per aver la possibilità di incontrarti, e incontrare tutte le persone che girano intorno a questo blog, per questo scambio di emozioni che si crea, per rivedersi negli occhi degli altri, per scovare nelle parole altrui qualche cosa di intimamente nostro. GRAZIE per il tuo sostegno e la tua presenza!

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  8. Anche se non ci siamo mai incontrate ti continuo a leggere, trovando spesso sentimenti, situazioni ed emozioni affini alle mie… sono contenta che tu non smetta di scrivere 🙂 un abbraccio

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    1. Cara Benedetta, penso sia proprio questo incontro di emozioni la parte piu´ bella del tenere questo diario. Sono contenta anch´io di ritrovarti qui, con queste tue dolci parole!! a presto!

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  9. Io sono contenta che tu abbia deciso di continuare a scrivere. La scrittura ha bisogno del suo tempo, ma poi quando le parole sgorgano sono la via più semplice e diretta per il cuore delle altre persone. Ci si scopre più simili, meno soli e soprattutto rileggendosi ci si riscopre… con stupore :).

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